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AMART 2021: Intervista alla co-fondatrice Isabella Danesini

Giovani antiquari. La nascita del gruppo all’interno
dell’associazione antiquari milanesi

 

La concreta percezione di una mancanza è la scintilla da cui scaturisce la domanda per colmarla. Che questo sia un concetto banale è evidente, eppure nella realtà quante volte ci capita di constatare un bisogno nostro o altrui ma di non avere la forza, il coraggio o l’energia per agire e reagire! Che il mercato dell’arte e dell’antiquariato in particolare abbia subito grandi trasformazioni negli ultimi anni è infatti un dato certo. Che la clientela segua inevitabilmente mode e tendenze allineandosi a nuovi stili di vita, nuovi bisogni e soprattutto nuovi desideri è un dato già registrato. Era ed è necessario quindi rispondere a questo nuovo bisogno.

Chi ha capito e ha deciso (e nel connubio delle due azioni sta la vera forza) di raccogliere le tante voci di disagio e di reagire con un’idea nuova è stata Isabella Danesini. Restauratrice di dipinti, moglie di Paolo Giovanella titolare di Ghilli Antichità. Isabella è consigliere, dal 2015, nel direttivo dell’Associazione Antiquari Milanesi. Nel 2017 con l’entusiasmo e la volontà che la contraddistinguono ha cercato consensi all’idea di costituire un gruppo di giovani antiquari con l’intento di rinnovare, rivitalizzare il mondo
dell’antiquariato a Milano.

Isabella puoi dirci come hai iniziato a plasmare l’idea di un gruppo?
L’idea è nata confrontandomi con mio marito, proprio per attuare un cambiamento. Poi ho proposto il progetto al caro amico Domenico Piva, presidente dell’associazione, e tutto è iniziato. Era un progetto che andava perseguito per risvegliare nei più disponibili la voglia di concretezza nel risolvere, per quanto possibile, un problema e soprattutto per smuovere un senso di responsabilità collettiva.

Da dove sei partita concretamente? Quale è stato l’incipit?
Una volta approvato il progetto, mi sono detta “bene Isabella ora devi trovare i giovani…”. Pensavo fosse complesso e invece proprio all’inizio, parlandone con alcuni antiquari giovanissimi come Federico Cortona, Valeria Ricci o Camilla Pescetta, Alessandra Giglio… è stato tutto un divenire e ancora oggi ci sono giovani che mi chiamano per entrare nel gruppo. Siamo partiti in una decina ed ora il gruppo allargato è di una quarantina. Per definizione le novità non sempre vengono accolte con entusiasmo, vuoi per incomprensione o perché disturbano quelle modalità consuete raggiunte con duro lavoro di anni e per questo ritenute le più giuste.

Eppure, la novità non è sempre rottura dello status quo o deviazione dalla via segnata. A volte la novità è semplicemente trovare un giusto legame. Come legare elementi chimici già in natura per creare un nuovo composto (e non vogliamo, per carità parlare di virus e antivirus). Nel nostro caso poi la novità non sta solo nell’aver creato un composto nuovo ma soprattutto sta nell’aver trovato la forza di coesione e collaborazione che lega gli elementi. In questo, mi sono impegnata ogni giorno.

Isabella parlaci del legante che rende coeso e operativo il gruppo.
Penso che la forza del nostro gruppo sia proprio la diversità. Ognuno di noi tratta opere diverse, epoche diverse e soprattutto lavoriamo in modi diversi. Certo tenere insieme il gruppo non è facile, d’altronde per attuare un cambiamento la strada è in salita e soprattutto ci vuole parecchio tempo. Però la voglia del legame e la gioia di non precludersi nulla sono le forze motrici di questo gruppo perché sono anche le caratteristiche proprie dei giovani. Il desiderio di condividere i problemi, il piacere di stare insieme, il porsi obiettivi alti senza paura di sbagliare e con la voglia di provarci. Soprattutto la capacità di mettere in secondo piano gli interessi personali e, anzi, la certezza che l’interesse personale venga tutelato nella collettiva cooperazione.

Isabella come e quando lavora il tuo gruppo?
Ci trovavamo (parlo all’imperfetto perché ora la modalità è cambiata) con una certa frequenza nei ritagli di una giornata di lavoro, a pranzo o in ora da aperitivo, momenti perfetti per i ragazzi per tirare fuori il meglio con serenità, senza sentirsi costretti e lasciando in libertà i loro pensieri.

La coralità del gruppo e soprattutto di un gruppo di giovani potrebbe far pensare ad un frastuono di voci e in effetti a volte succede che le idee si mescolino o che qualche voce si perda ma Isabella riporta sui righi le note. È vero Isabella?

Certo a volte ci sono difficoltà nel coordinare e reclamo spesso più partecipazione con appelli ma non mi scoraggio, anzi, cerco ogni giorno adesioni, perché al coro si aggiungano più voci ognuna con qualche idea da esprimere.

Altra tua grande idea è stata quella di creare una collaborazione con altri giovani, mondi paralleli che si incrociano.
Esatto. Il gruppo Giovani Antiquari Milanesi a sua volta è una voce nel coro di altre voci di giovani milanesi impegnati nella promozione culturale del nostro patrimonio artistico. Ad esempio, il gruppo giovani del Museo Poldi Pezzoli, il gruppo giovani del FAI e il gruppo giovani del museo Bagatti Valsecchi con i quali si è stretta una fruttuosa alleanza nel portare avanti progetti, collegamenti disciplinari e scambio di esperienze. I progetti dei Giovani sono stati tanti: la preziosa collaborazione per realizzare Amart la fiera di arte e antiquariato a Milano dopo anni di assenza di un evento così importante per la città.  L’evento Gala Amart, una splendida festa a palazzo Bovara che ha sorpreso tutti per il numero di adesioni e per la riuscita della raccolta fondi volta al restauro di un’opera del Museo Poldi Pezzoli.

La festa ha fatto parlare molto di sé come di un evento nuovo, vuoi raccontarcela?
L’idea di organizzare una festa per giovani per avvicinarli all’arte è stata di Alessandra Giglio e con Gala Amart è stata veramente una battaglia vinta! I ragazzi si sono dati da fare concretamente e personalmente per realizzarla: hanno procurato materiali, pensato alla musica, allestito corner, insomma tutto ex novo! Davvero entusiasmante. E sono stati premiati con il plauso di tutti.
Eravamo già pronti per organizzare il secondo Gala Amart lo scorso anno, questa volta in collaborazione con il Fai, ma la pandemia ci ha fermati.

L’attività del gruppo ora, vista l’impossibilità creata dalla pandemia, è tutta virtuale ma sempre volta a ottenere risultati quanto mai concreti. Il gruppo si incontra su piattaforme digitali e le attività di promozione sono per lo più su Instagram con interviste ai membri del gruppo e Talks in diretta anche a professionisti del settore ed esperti, con lo scopo sì di farsi conoscere ma anche di comunicare il lavoro del gallerista e dell’antiquario.

Isabella come procede questo nuovo modo di comunicare e progettare ai quali la pandemia ci ha costretti o iniziati?

Alcuni di noi si sono dedicati fortemente alla crescita, con immagini e contenuti, dei nostri social e questo ha prodotto molti contatti con esperti, giornalisti, blogger, riviste, organizzatori di eventi e portali. Valeria Ricci ha sfruttato questa opportunità creando dei talks primaverili sul profilo Instagram dei giovani. Con la globalizzazione mediatica, l’onniscienza online tutti sanno tutto e spesso perdono di vista (o non si sa dove cercare) le auctoritas, quelle voci accreditate che chi non è del mestiere non sa dove trovare. Questo succede anche per il mondo dell’arte, un mondo per tutti ma non così facile da comprendere e da amare davvero. Lo dimostra l’allontanamento dei più dall’arte antica e dall’antiquariato per abbracciare (sempre consapevolmente?) l’arte moderna.

Isabella secondo te cosa devono comunicare i giovani antiquari ad altri giovani?

Lo scopo di questo gruppo è quello di tenere accesi l’interesse e l’amore per un tesoro che solo il nostro Paese ha così ricco. Non occorre possedere un Raffaello per dirsi amante dell’arte antica, anzi, la raffinatezza sta nell’apprezzare il dipinto, la scultura, così come un mobile del Settecento o una maiolica antica. Il lusso e la cultura si manifestano nell’assaporarle insieme ad un tè servito in una tazzina di porcellana di Meissen. Non si può che essere curiosi di scoprire questo lusso ormai raro ma raro solo perché sembra lontano. Vale allora davvero la pena scoprire questa raffinatezza seguendo il gruppo di giovani antiquari, un piccolo esercito della cultura tenacemente guidato da Isabella Danesini.


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